giovedì 31 maggio 2007

Ecco quanto costano

Oltre 153.000 euro al mese per ciascun deputato
700 milioni di euro rappresentati ai contributi statali all’editoria, che va ai giornali di partiti e sedicenti movimenti politici.
il 39% del debito italiano è in mano all’estero.
il debito degli enti locali dal 2000 al 2004 è quasi raddoppiato, passando dal 3% al 5,30%.
La spesa dal 1999 al 2004 è aumentata del 32,5% nelle regioni, del 57% nelle province – enti praticamente inutili – e del 23% nei comuni.
Il debito delle regioni nel quadriennio 1999-2003 è aumentato del 100%.
Quirinale, 2000 dipendenti
basti pensare al Quirinale. Tanto per cominciare, non sappiamo esattamente quanti dipendenti abbia e come spende le cifre – che dovrebbero essere intorno a 250 miliardi di vecchie lire – che sono la somma del bilancio di una città media come Bologna, di 400.000 abitanti.
I dipendenti del Quirinale dovrebbero invece essere 2000, ma anche il numero è avvolto nelle nebbie. Sono pochi o molti?
Alla Casa Bianca, dove il presidente è contemporaneamente capo dello Stato e del governo, i dipendenti
sono – compresi cuochi, giardinieri e stagiste – intorno ai 400.
Irlanda, dove il Presidente della Repubblica ha funzioni simili a quello italiano, i dipendenti sono 12. Questo ovviamente si riflette su tutto il resto, a cominciare dai parlamentari europei, che guadagnano 149 mila euro all’anno contro i 10 mila degli ungheresi.
La Camera dei Deputati costa un miliardo di euro all’anno, mentre quella spagnola costa un decimo.
Un deputato italiano costa sei volte un deputato spagnolo, eppure svolgono le stesse funzioni. Anche la riforma costituzionale che è stata bocciata dal referendum aveva proposto una modesta riduzione di parlamentari da 945 a 752, che peraltro sarebbe entrata in vigore – udite, udite – nel 2016.
Un numero sempre sproporzionato se si pensa che con una popolazione enormemente maggiore negli Usa tra Congresso e Senato sono in tutto 540 e in Russia in totale i parlamentari sono 400, concentrati in una sola Camera. In Italia, si registra anche un eccesso dei livelli istituzionali: per esempio, a cosa servono le 365 Comunità Montane che spendono 800 milioni di euro l’anno, se non per assegnare stipendi ad assessori e presidenti? Ma il tema non attiene strettamente ai partiti (per quanto da questi direttamente derivi): possiamo consentirci di pagare un governatore della Banca d’Italia un milione di euro all’anno, quando il presidente della Federal Reserve statunitense costa 180 mila dollari ai contribuenti americani? È una cosa possibile?
questi privilegi e questi costi si estendono ope legis anche a commessi, segretari, bidelli che lavorano al Quirinale, alla Corte Costituzionale, alla Camera, al Senato e via dicendo? Si tratta sempre di dipendenti della pubblica amministrazione, eppure percepiscono il triplo, il quadruplo, il quintuplo di quello che guadagnano coloro i quali svolgono le stesse funzioni nei comuni, nelle scuole, nei ministeri.
Nel 1993, l’ultima occasione in cui si è raggiunto il quorum di votanti, ai referendum proposti dai radicali, i cittadini italiani risposero con chiarezza e senso di responsabilità, esprimendosi sulla responsabilità civile dei giudici, sulle iscrizioni sindacali, sulla legge elettorale per dare maggiore stabilità alle istituzioni e anche sul finanziamento pubblico ai partiti, abolendolo. Tutti i provvedimenti consequenziali sono stati, uno a uno, vanificati e in particolare oggi il finanziamento pubblico è di gran lunga maggiore di prima. Infatti, solo nel 2005 il finanziamento pubblico ai partiti ha assorbito 196 milioni di euro più i 90 milioni di euro che vengono assegnati ai gruppi parlamentari. A questo va sommata una parte consistente dei quasi 700 milioni di euro rappresentati ai contributi statali all’editoria, che va ai giornali di partiti e sedicenti movimenti politici.
Non ci sono i soldi per aumentare gli organici delle forze dell’ordine, che gli italiani apprezzano come dicono tutti i sondaggi, mentre si trovano milioni di euro per stipendi, giornali e prebende di chi dice di rappresentarci?
SOLO ORA ci accorgiamo, nel silenzio assoluto dei sindacati, che sono 3.302 gli ex parlamentari che ricevono una pensione che oscilla da 3 a 10mila euro lordi.E che tale situazione ha comportato, solo nel 2006, un enorme buco previdenziale di 174 milioni di euro.E teniamo conto che nessun censimento è stato ancora effettuato sui consigli regionali, che, visti gli esempi «virtuosi» che provengono dall’alto, si stanno regolando nella stessa maniera. Alla faccia delle forze dell’ordine e dei milioni di pensionati a 500 euro al mese.
Vanno da un minimo di 3 ad un massimo di 10 mila euro lordi l'anno a seconda degli anni di
contribuzione che variano da 5 a 30, riguardano ben 3302 exparlamentari, cioè deputati e
senatori: e per i suoi 2005 pensionati Montecitorio spende 127 milioni di euro l'anno a fronte

Rimborsati biancheria, carta ingienica e stoviglie. Taglia lo stipendio. Vota qui
Quanto guadagnano gli altri di A. Caruso
Per combattere l'illegalità e assicurare la ripresa italiana ci vogliono investimenti. Ma il Paese è in deficit. Quindi superbolli, tasse, tasse, tasse. Però guai a toccare i privilegi dei politici. Ma davvero hanno tanto e tanto sperperano? Gli abbiamo fatto i conti in tasca. Ecco quanto ci costano i deputati.

Un deputato della Repubblica si porta a casa uno stipendio mensile di oltre 17 mila euro. Sono 37 milioni circa di vecchie lire al mese. Ma non è tutto. Se a questa cifra aggiungiamo la pensione, l'indennità di carica, il finanziamento ai partiti e altri appannaggi si arriva a 47 mila euro ogni mese. Sono circa 94 milioni circa di vecchie lire al mese. Se poi si aggiungono vari altri privilegi la cifra complessiva di quanto ci costa un deputato è di 150 mila euro al mese. Che sono all'incirca 300 milioni di lire.

In totale dunque la Camera dei Deputati, 630 deputati, grava sulle nostre tasche per oltre 94 milioni di euro. Vuol dire 185 miliardi di vecchie lire l'anno.

Soldi ovviamente che vengono prelevati direttamente dalle nostre già misere tasche. E non solo lo stipendio è lauto. I deputati hanno tutto rimborsato: spese per i trasporti, i viaggi. Non pagano le autostrade, le ferrovie, se vanno da Roma a Fiumicino gli ridiamo i soldi spesi, noi che paghiamo e non troviamo i taxi. Seun onorevole va all'estero, con la famiglia o la compagnia, li rimborsiamo. Noi, capito! Basta che ci dicono: viaggio-studio della lingua. Ma quale che la maggior parte di loro non spiccica una parola di inglese.

Poi ci sono le prebende vere e proprie: rimborsi pure per gli alimentari, la biancheria, la carta igienica, le stoviglie e il vestiario, i noleggi, i parcheggi, i ristoranti, le spese di rappresentanza. E per i loro portaborse hanno una cifra a disposizione di oltre 8 mila euro, vuol dire 16 vecchi milioni.

A questi si aggiunge la grande voragine del tutto gratis: il posto in tribuna d'onore negli stadi, la tessera del cinema, del teatro, dell'autobus e della metropolitana, la carrozza ferroviaria, il vagone letto, il corso lingua straniera, le piscine e le palestre, gli aerei di Stato, l'uso di prefetture ed ambasciate, le cliniche e i rimborsi medici. E poi le auto blù, l'idennità di morte, giornali e riviste.

Avete capito perchè siamo al deficit e la Repubblica ci costa tanto. I deputati d'Italia sono i più ricchi del mondo. Un deputato inglese ha la metà, pure gli americani hanno oltre un terzo in meno. E poi i nostri Paperoni si chiamano Berlusconi, e come il Cavaliere hanno tutti o quasi partecipazioni in società, controllano interessi. E nonostante tutto, prima di lasciare palazzo Chigi, come ha fatto Berlusconi, si autoassegnano fino 32 guardie del corpo. Pagate da noi. E voi ci andate in piazza con questi a chiedere equità?

Tagli in Parlamento. Sostenete la nostra campagna sui tagli ai privilegi degli onorevoli. Approvate e vi indicheremo come vincere concretamente questa battaglia.

Ecco le tabelle (espresse in milioni di vecchie lire)

Indennità parlamentare 19.855.289
Indennità d'ufficio 809.415
Altre indennità 9.259
Rimborso spese di viaggio 2.013.228
Rimborso spese di soggiorno 5.450.175
Rimborso spese segreteria e rappresentanza 8.833.979
TOTALE 36.993.345

Inoltre:
Telefonia mobile (cellulari) 126,984
Alimentari 396,334
Biancheria 3.552
Carburanti e lubrificanti 20.402
Combustibili 39.683
Prodotti igienici, farmaci e sanità 26.456
Altri servizi 529.101
Stoviglie e vestiario 29.101
Altri beni di consumo 39.683
Trasporti aerei 1.124.339
Pedaggi autostradali 284.392
Contributi fondo solidarietà deputati 1.322.751
Stampa pubblicazioni 119.048
Assicurazioni sulla vita ed infortunio 357.143
Assicurazione R.C. 55.556
Assicurazione R.C.A. 6.614
Noleggi 892.857
Parcheggi 129.630
Ristorazione 357.143
Accertamenti diagnostici 1.323
Spese di rappresentanza 25.026
Trasporti ferroviari 456.349
Contributi per il funzionamento del gruppi 2.685.185
Spese postali 308.201
TOTALE 9.516.853

Tutto questo GRATIS:
Tribuna d'onore negli stadi gratis
Tessera del cinema gratis
Tessera teatro gratis
Tessera autobus/metropolitana gratis
Francobolli gratis
Viaggi aereo nazionali gratis
Viaggi treno carrozza letto gratis
Circolazione autostrade gratis
Corso lingua straniera gratis
Piscine e palestre gratis
Vagone rappresentanza delle FS gratis
Aereo di stato gratis
Uso di prefetture ed ambasciate gratis
Cliniche gratis
Rimborso spese mediche gratis
Assicurazione infortuni gratis
Assicurazione in caso di morte gratis
Auto blu con autista gratis
Giornali gratis
Ristorante gratis

Totale complessivo = 46.510.198 al mese per ciascun deputato, cui vanno aggiunti:
- Pensione mensile (diritto che acquisiscono dopo 35 mesi in parlamento,
mentre obbligano i cittadini a 35 anni): da 4.762.669 fino a oltre
15.000.000
- Indennità di carica: da 650.000 a 12.500.000
- Finanziamento ai partiti (in violazione alla legge sul finanziamento ai
partiti e relativo referendum): 1.414.000.000 al giorno
- Rimborso spese elettorali: 200.000.000
- Rimborso annuale se fondano un giornale: 50.000.000
- Auto blu e scorta 24-ore-su-24 a vita per chi è stato
presidente della Camera

La redazione di comincialitalia.net
di 9.400.000 entrate e palazzo Madama per i suoi 1297 pensionati ne spende 60 milioni a
fronte di 4 milioni di entrate.
Sono le pensioni, come rivela il settimale l'Espresso in edicola domani, che ex-parlametari
ricevono da Montecitorio e da Palazzo Madama, i cui conti per spesa pensionistica sono
davvero critici: nel 2006 il buco sarà di 174 milioni di euro e tutti ovviamente a carico del
'cittadino-contribuentè.
A seconda degli anni di contribuzione, si va da un minimo di 5 ad un massimo di 30 anni,
incassano un assegno che parte da 3 mila euro lordi mensili per arrivare anche a 10 mila. L'inchiesta rivela i nomi, ma ad eccezione dei circa mille vitalizi di reversibilità erogati a
moglie e figli di parlamentari defunti, anche la lista completa dei beneficiari con il periodo di
contribuzione e l'importo dell'assegno.

Tra i tanti, il viceministro degli Esteri Ugo Intini, che oltre alla «paga» spettantegli come
membro dell'esecutivo, prende un vitalizio di 8 mila 455 euro lordi. Il sindaco di Roma, Walter
Veltroni somma lo stipendio di sindaco 5.500 euro netti mensili con il vitalizio di 9000 euro
lordi.
Altri lo sommano ai redditi da lavoro dipendente come chi è tornato a insegnare, come
Marida Bolognesi dell'Ulivo o alla retribuzione di commissario Enac, come Vito Riggio, ex Dc,
150 mila euro lordi l'anno per questo incarico, o alle nomine nelle varie Authority, come
Mauro Paissan, 144 mila euro lordi.
E, naturalmente, aggiunge l'inchiesta del settimanale, si cumula con tutti i livelli di reddito, anche quelli più
ragguardevoli: come Susanna Agnelli con 20 anni di contribuzione riscuote un vitalizio di 8
mila 455 euro al mese o Luciano Benetton che, per 2 anni spesi a Palazzo Madama, incassa
una pensione di 3 mila 108 euro lordi.

Niente sacrifici Quanto ai meccanismi di calcolo della pensione, l'inchiesta dell'Espresso rivela come i sacrifici
previdenziali non sembrino riguardare i parlamentari. Per i deputati infatti, è in vigore un
regolamento approvato con una riforma dall'Ufficio di presidenza nel luglio del 1997 e
prevede che gli onorevoli il cui mandato parlamentare sia iniziato successivamente alla XIII
legislatura del 1996 hanno il diritto alla pensione al raggiungimento dei 65 anni riducibili a 60
con 2 legislature.

Costi Quanto costa tutto questo ai bilanci di Montecitorio e Palazzo Madama? l'Espresso fa
l'esempio di un deputato cessato dal mandato nell'aprile 2006 ed eletto per la prima volta nel
'94. Il suo mandato effettivo è di 12 anni, essendosi la XII legislatura ('94-'96) chiusa
anticipatamente dopo appena due anni. Ma sommando i contributi versati per riscattare i 3
anni mancanti (36 mila euro) a quelli regolarmente pagati durante il mandato (128 mila euro),
l'onorevole neopensionato avrà versato alla fine complessivamente circa 164 mila euro per
15 anni di contribuzione. Un «sacrificio» che gli consente di incassare oggi un assegno
mensile di 6 mila 590 euro lordi. Con quali altri vantaggi? Nell'ipotesi che abbia oggi 57 anni e
che viva fino a 87, questo deputato incasserà alla fine 2 milioni 372 mila euro a fronte dei 164
mila versati. Un meccanismo che costerà alla Camera ben 2 milioni 200 mila euro. Questo
per un solo deputato.
Quanto ai costi complessivi, Montecitorio (dati 2006) ha in carico 2005 pensionati
(reversibilità comprese): gli costano 127 milioni di euro a fronte dei 9 milioni 400 mila di
entrate relative ai contributi versati dai deputati in carica.
Altrettanto critica è la situazione al Senato che con le sue 1.297 pensioni spende ogni anno
quasi 60 milioni a fronte dei 4 milioni 800 mila di entrate ricavate dai versamenti dei senatori
in servizio. Un'autentica voragine che nel 2006 produrrà un «buco» stimato in 174 milioni di
euro. Anche a questi a carico dei cittadini contribuenti.
Questa è una bella domanda, a cui sembra che pochi abbiano voglia di rispondere. Un parlamentare regionale incassa ogni mese circa 20.000 euro tra indennità, diaria e rimborsi, più varie agevolazioni e servizi gratuiti. E’ sicuramente una bella sommetta e forse spiega l’appetito dei candidati che “investono” molto in campagna elettorale (tanto bastano pochi mesi per rifarsi....).
Ma diventa una cifra intollerabile se poi chi è eletto difende solo gli interessi del partito, della fazione, o peggio, quelli personali di pochi.

Nessun commento: