giovedì 31 maggio 2007

I giornali di partito chiedono soldi pubblici.

(...) I giornali di partito, oggi, in Italia, sono cinque (quelli che fanno riferimento a partiti presenti in parlamento e nelle schede elettorali, e che distribuiscono il giornale in tutte le edicole del Paese). Questi giornali sono l’Unità, il Secolo d’Italia, Liberazione, la Padania e Europa.

Noi crediamo che questi giornali debbano poter accedere ad un sistema di finanziamento pubblico sicuro, puntuale e riservato solo a loro. E che l’entità di questo finanziamento (fermo da 15 anni mentre il costo e il prezzo dei giornali è triplicato) vada aggiornato e adeguato.
Chiediamo al governo e ai gruppi parlamentari di destra e di sinistra di impegnarsi in questo campo e di farlo in tempi molto brevi.
Gianluigi Paragone (la Padania) Stefano Menichini (Europa) Piero Sansonetti (Liberazione) Antonio Padellaro (l’Unità) Flavia Perina (Il Secolo d’Italia)

Sembra incredibile, ma l'hanno fatto davvero. In tempi di cinghia da tirare, in questo appello i giornali di partito chiedono più soldi. A chi? al contribuente, ovvio. Per chi non credesse che tale richiesta potesse venire fatta alla luce del sole (della Padania), clicchi qui. Intendiamoci, la Padania (e la Lega in generale) hanno sempre avuto il coraggio di dire chiaramente che loro volevano i soldi pubblici. Non a caso, è sempre stato un rappresentante dei padani a guidare nuove campagne per rilanciare il finanziamento pubblico ai partiti (l' On. Balocchi, soprattutto). Ma al di là delle simpatie per un giornale o meno, altro è il ragionamento da fare.

In primo luogo sulle dimensioni del finanziamento. Loro chiedono un aumento, ma pudicamente non dicono quanto prendono. La Padania per esempio - con tutto che Roma è ladrona - si porta a casa 4 milioni di euro all'anno, Europa e Secolo d'Italia, ciascuno "solo" 3 milioni. Liberazione un po' di più: 3,7 milioni (gli operai lo sanno?). Il record invece, lo detiene l'Unità con 6,8 milioni. Ma attenzione, tutti i giornali che ho appena elencato un senso, un'esistenza vera ce l'hanno. Li vediamoin giro, nelle edicole, insomma, esiste chi li compra. Ma il milione di Euro del giornale del Sole che Ride? come si giustifica? (i dati, li trovate qui)

Quando in passato mi sono imbattutto nel sole che ride, mi son sempre chiesto: "ma che c'avrà da ridere? Non lo legge nessuno!!". Ora ho capito...:-)

Personalmente non trovo giusto tanto sperpero di risorse, mi parrebbe più corretto che ci fosse (almeno) un minimo di legame con le copie vendute: non è che se io sono ecologista e mi faccio un giornale e lo chiamo "il sole che piange", le mie idee valgano meno di quelle del giornale dei Verdi (è solo un esempio). Eppure chi ha il parlamentare, viene premiato. Non mi pare giusto. Anche perchè il mio "sole che piange" deve fare concorrenza a un gigante che parte con un milione di euro all'anno in più di me. Insomma, i lettori di cose ecologiche sono già pochi, se poi il mio ipotetico concorrente "sole che ride" parte avvantaggiato, rischio di morire. Quello che voglio dire, è che il finanziamento non è solo sbagliato perchè distrae risorse da altro (una motivazione che va sempre bene, ma che rischia di essere demagogica), ma soprattutto perchè uccide la concorrenza dei più piccoli, sottraendo loro lettori potenziali.

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