giovedì 31 maggio 2007

QUANTO CI COSTANO I POLITICI

Proprio mentre Silvio Berlusconi annunciava a reti unificate che bisognava stringere la cinta e riformare le pensioni se non si volevano far saltare i conti pubblici, gli onorevoli si sono concessi un nuovo aumento. Quatti quatti, appellandosi all’automatismo che lega gli “stipendi” degli eletti a Montecitorio a quelli dei magistrati presidenti di sezione della Cassazione, i deputati a fine settembre hanno incrementato l’indennità parlamentare di 605 euro. Così da 10.974 euro al mese, la retribuzione sale a 11.579. Con un aumento percentuale del 5,5, ben superiore all’inflazione programmata cui è agganciata la dinamica salariale dei comuni mortali. Non contenti, gli onorevoli si sono concessi anche gli arretrati, a partire dal primo gennaio 2003. Così nella busta paga di settembre hanno trovato l’una tantum di 4.840 euro. Un bel modo per festeggiare la riforma delle pensioni. A proposito di trattamenti di quiescenza, quelli degli ex parlamentari vanno da un minimo del 25 a un massimo dell’80 per cento dell’indennità, a seconda degli anni di mandato, e il vitalizio, per chi è stato più a lungo a Montecitorio, può essere goduto dai 60 anni. Cambierà dal 2008? Per completezza, è bene ricordare che i deputati ricevono mensilmente anche una diaria di circa 4 mila euro (che si riduce se sono assenti alle votazioni), più 4.190 euro per i collaboratori e per altre spese nel proprio collegio, più una cifra tra i 3.323 e i 3.395 euro al trimestre per raggiungere l’aeroporto, più 3.100 euro annui per viaggi all’estero (di studio, naturalmente), più 3.099 euro annui per le spese telefoniche, più...” Una pausa per riaversi è indispensabile. Pochi istanti e la pressione arteriosa e le pulsazioni cardiache torneranno nella norma. Forse. Già nell’Agosto del 2002 (se non ricordo male la data) il nostro parlamento aveva approvato quasi all’unanimità (si era astenuto un unico parlamentare, leghista) un incremento dell’indennità parlamentare, camuffandolo in un emendamento di una legge minore votata con un vero e compatto atteggiamento bipartisan dall’assemblea per nulla schifata dall’imbarazzante collimare d’interessi degli opposti schieramenti, sempre pronti a pugnace atteggiamento reciproco, mediaticamente studiato ad uso e consumo dei rispettivi elettorati. (la fonte allora fu il Corriere della Sera). Ora accade di nuovo. Le cifre dell’articolo di Forcellini parlano da sole. E’intollerabile che i parlamentari italiani possano legiferare in tema dei loro stessi stipendi. E’ come se ognuno di noi decidesse da solo il proprio salario senza concordarlo con nessun’altra parte in causa. Che poi l’aumento dell’indennità sia in percentuale più o meno doppia dell’inflazione programmata è un abuso. La carriera politica si rivela sempre più un lucroso affare, al momento superiore alla media degli investimenti del mercato borsistico. Spiegabile a questo punto la pletora di candidati che sgomitano in concomitanza di ogni consultazione elettorale e che con un fair play anglosassone, non paghi degli spazi per le pubblicità messi a disposizione dalle autorità locali, arrivano a tappezzare cassonetti per l’immondizia e alberi delle nostre città: passi per i primi, adatti ad accogliere certe proposte, ma per lo meno il verde pubblico, quel poco che c’è, sarebbe utile che fosse risparmiato da parlamentari e parlamentandi che immancabilmente hanno nei loro programmi elettorali il rispetto dell’ambiente.

A presto, con la speranza di non dover condividere la sorte di tale Josef K.

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