giovedì 31 maggio 2007

I partiti italiani si scontano l'Iva e hanno rimborsi milionari. Mentre gli stipendi dei nostri eurodeputati sono da capogiro

Taglio dell'Iva per le spese elettorali


In vista della campagna elettorale, i partiti hanno messo da parte per un attimo dissapori e divergenze e, insieme e velocemente, hanno approvato, nel mese di aprile, una norma ad hoc che ha ridotto al 4% l'Iva sulle spese sostenute nel periodo pre-elezioni: un bello sconto rispetto al canonico 20%. L'agevolazione è passata quasi inosservata, trattandosi di un breve comma all'art. 7 nella Legge 80 dell'8/04/2004. Comma che modifica una legge di 11 anni fa e ne allarga la portata: se allora lo sconto sull'Imposta sul valore aggiunto valeva soltanto per il materiale tipografico attinente le campagne elettorali, ora l'Iva al 4% si estende a carta, inchiostro, acquisto di spazi di affissione, di comunicazione politica radio-tv, di messaggi elettorali su quotidiani e periodici, all'affitto di locali e agli allestimenti e i servizi connessi alle manifestazioni. Si è valutato che l'onere derivante da questa piccola modifica normativa, corrisponde a circa 14 milioni di euro. Anche perché, come specificato dopo dall'Agenzia delle Entrate, tale agevolazione «non è limitata a uno specifico evento elettorale, ma assume portata tale, da riferirsi alla generalità delle competizioni elettorali». Il provvedimento, però, potrebbe trovare contraria Bruxelles. «L'agevolazione Iva...» cita la Rivista della Scuola superiore dell'Economia e delle Finanze, legata al ministero dell'Economia « ...appare difficilmente compatibile con il quadro normativo comunitario di riferimento». In attesa che la Commissione Europea verifichi la conformità della norma alle disposizioni comunitarie, la campagna elettorale è andata avanti e le richieste di rimborso pure. Poi, se modifiche ci saranno, si faranno.

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