giovedì 31 maggio 2007

Ecco perché i parlamentari fanno di tutto -anche cambiare ideologie politiche-

Entrando nel dettaglio, di questi 20 milioni lordi un deputato guadagna netti 9.240.000 lire ai quali si aggiungono 5.500.000 di diaria mensile netti, sempre che il deputato partecipi a tutte le sedute, 15 mediamente ogni mese, per un emolumento di 350.000 a seduta. Per ogni assenza in aula vengono detratte dalla diaria giornaliera solo 300.000 che in genere sono integrate dalla indennità di missione in Italia, ovvero: 300.000 lire. Hanno un rimborso medio mensile per le spese di trasporto pari a 1.300.000 per taxi, traghetti, autobus privati ecc. Per le spese di rappresentanza e di segreteria percepiscono altri 6.870.000 mensili. Sommando il tutto, il guadagno netto di un deputato che non abbia incarichi speciali o di commissioni, e di 23.000.000 puliti, portaborse compreso. Numerosi sono poi i benefit: aerei gratis, treni gratis, autostrade gratis, stadio gratis, musei gratis, viaggi all’estero gratis fino a 4 milioni annui, telefono gratis, fotocopie gratis, corsi di lingue gratis; perfino gli occhiali sono gratis. Senza contare le polizze assicurative e il trattamento di fine mandato (la liquidazione degli onorevoli). Se non si viene rieletti scatta l’indennità di reinserimento nella società civile, e sono quattrini; una fotografia di queste prebende è stata scattata da Gian Antonio Stella. Nel suo ultimo libro, lo spreco, Stella ci illustra come, Arnaldo Forlani famoso trombato della prima Repubblica passando alla cassa dello Stato ritirò la bellezza di 439 milioni, De Mita prima di rientrare in politica, percepì 378 milioni, il Bettino nazionale 317 milioni, Gava 268 milioni. E le pensioni? Sono d’oro anche queste. Il motto sembra essere questo: “tagliamole ai poveri per darle ai ricchi”, una specie di Robin Hood all’incontrario. Basta una legislatura, infatti, per assicurarsi un trattamento pensionistico da passare il resto della vita a comprare gelati ai bambini: 3.700.000 lire ogni mese; con due legislature, 5.200.000; tre legislature, 7.000.000 e cosi via fino ad arrivare agli oltre 10 milioni di chi legislature ne ha collezionato sette. Peraltro, il numero dei parlamentari messi a riposo, e di gran lunga superiore ai 955 tra deputati (630) e senatori (325). Beneficiano di privilegi quasi come se fossero in carica. A cominciare appunto dalle pensioni. Il Quirinale invece è impenetrabile, si dice che è la privacy del Colle. La legge 441 del 82, permette di conoscere le indennità e le spese degli amministratori, dal Presidente del Consiglio dei ministri ai consiglieri comunali, fuorché uno: il capo dello Stato. Nel ’97 la prima velina sulle spese quirinalizie ci informa che l’assegno personale, chiamato anche appannaggio del presidente della Repubblica, allora Scalfaro, è stato di 351.476.000. Il Quirinale nel suo complesso costa agli italiani da 250 a 300 miliardi l’anno, il che vuol dire che un settenato può costare oltre 2.000 miliardi. Una ciliegina da porre sopra questa torta pubblica è la seguente: il nuovo ordinamento in elaborazione al Quirinale prevede che sia assegnata ai figli primogeniti degli ex presidenti della Repubblica un’auto di servizio con relativo autista. Amici come prima. Le recenti elezioni in Giugno hanno eletto rappresentanti al Parlamento europeo, nei consigli provinciali e nei consigli comunali. Un brevissimo sguardo su Strasburgo per vedere cosa significa l’Europa è d’obbligo. Essere eurodeputato nel ’99 significa: un’indennità di carica di 18.700.000 ogni mese; per la gestione degli uffici, posta, computer, giornali e telefono, altri 6.500.000 ogni mese; per le spese di segreteria ed assistenti altri 18.544.000 ogni mese; per i corsi di lingua 250.000 ogni mese; corsi di informatica, 333.000 ogni mese; per le spese mediche, altri 2.500.000 ogni mese; la diaria è di 4.700.000 ogni mese; per i trasferimenti dal Bel Paese a Strasburgo sono 12.000.000 ogni mese (3 milioni a trasferimento per quattro volte al mese). La somma? Eccola: 63.527.000 al mese, il che vuol dire per 12 mesi 762.324.000 che per i cinque anni di legislatura fa una montagna di soldi: 3.811.620.000. Benefit esclusi, come ad esempio i 90 milioni di reinserimento se non rieletti dopo la prima legislatura, piuttosto che i 12.980.000 di pensione che un eurodeputato dovrà riscuotere all’età di 60anni, e se è vero che in Italia si vive fino a 78 anni, come stabilito dalla legge, rimarrebbero 18 anni da vivere serenamente, calcolo alla mano: 12.980.000 moltiplicato 12 mesi e ancora per 18 anni. Totale: 2.803.680.000. Il tutto reversibile.

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