Italia in vendita
27 manifatture tabacchi svendute nel giro di due giorni senza alcuna evidenza pubblica e senza alcun parere da parte del ministero dei beni culturali.
E' successo esattamente quello che Legambiente aveva previsto qualche settimana fa, il 14 dicembre, quando scese in piazza dietro lo slogan "L'Italia non è in vendita!". Dopo solo due settimane da quella data il primo pezzo d'Italia prendeva il volo. E non si trattava più di qualche appartamento degli enti previdenziali, ma di immobili di enorme valore di mercato, e anche strutture di grande pregio e di particolare valore storico artistico, vendute nel volgere di poche ore senza che il Ministro Urbani alzasse un solo dito per impedirne l'alienazione.
Il tutto è accaduto a cavallo di Natale, con un tempismo a dir poco sospetto. Il 23 dicembre l'Agenzia del Demanio emana un decreto con il quale vengono individuati e immessi nel possesso dell'Agenzia stessa, una serie di immobili di proprietà dell'Ente Tabacchi Italiani S.p.a. Lo stesso giorno il Consiglio dei Ministri licenzia un provvedimento che viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del giorno seguente. Dietro un titolo generico che rimanda a disposizioni urgenti in materia di adempimenti comunitari e tributari, si nasconde in realtà un articolo, il n. 7 del decreto in questione, che sottolinea l'urgenza dell'alienazione degli immobili dello Stato e autorizza l'Agenzia del Demanio "a vendere a trattativa privata, anche in blocco, i beni immobili appartenenti al patrimonio dello Stato di cui agli allegati A e B al presente decreto. La vendita - continua il decreto - fa venire meno l'uso governativo, le concessioni in essere e l'eventuale diritto di prelazione spettante a terzi anche in caso di rivendita".
Basta scorrere velocemente l'allegato A per capire che la posta in palio è piuttosto grossa: ci sono le torri dell'Eur che hanno ospitato il Ministero delle Finanze, gli stabili del Ministero dell'Economia a Tor Pagnotta e a la Rustica sempre a Roma, il palazzo delle Poste di Milano. Ma le sorprese maggiori arrivano dall'elenco di beni dell'allegato B dove figurano i 27 immobili di proprietà dell'Ente Tabacchi Italiano, perlopiù manifatture, alcune ancora in attività, straordinari esempi di architettura industriale dei primi anni del secolo, ma anche più vecchi di qualche secolo, generalmente collocati in pieno centro urbano. In molti casi si tratta di strutture già utilizzate dall'ente locale per finalità pubbliche: la Manifattura di Firenze ha ospitato recentemente un'importantissima mostra di arte contemporanea, quella di Cagliari varie manifestazioni culturali, quella di Modena era al centro di un dibattito cittadino sull'utilizzo dell'immobile. In ogni caso il testo dell'articolo non lascia margini di dubbio: bisogna vendere subito, senza gare, senza aste, senza bandi che rallentino l'iter del procedimento di alienazione, bisogna incassare subito anche da chi fosse interessato all'acquisto per meri fini speculativi, cioè per rivendere domani a prezzo maggiorato, e questo spiega perché viene meno il diritto di prelazione in caso di rivendita.
Passano Natale e Santo Stefano e il primo giorno utile si conclude l'affare: il 27 dicembre lo Stato vende in blocco l'intero pacchetto di immobili alla Fintecna, la società a capitale pubblico del gruppo ex-Iri che sovrintenderà alla realizzazione e alla gestione del Ponte sullo Stretto di Messina e dotata soprattutto di una buona liquidità. Il prezzo complessivo sarebbe di circa 6 miliardi di Euro, una cifra di gran lunga inferiore al valore di mercato, ma sufficiente, a detta degli esperti, a far rientrare il debito pubblico entro valori più presentabili all'Unione Europea prima del 31 dicembre. La cessione dei beni dell'Eti sarebbe avvenuta infatti, secondo quanto si legge nell'interrogazione del senatore Caddeo, a valore di libro, cioè al valore dei beni così come iscritti nel bilancio dell'Ente, un valore appunto inferiore al valore di mercato. Peraltro l'operazione sottrae beni a una società (l'Eti) in via di privatizzazione, distorcendo la collocazione dell'ente sul mercato.
Aldilà delle considerazioni di carattere finanziario, quello che è certo è che si è consumata un'operazione che ha messo in vendita immobili di grande pregio e di grande valore che sono passati in poche ore dalla disponibilità dello Stato a quella del mercato. Nessun intervento e nessun coinvolgimento da parte del Ministero dei Beni Culturali. Ma quel che è peggio è che molte strutture, sebbene di grande pregio architettonico, non erano vincolate proprio perché, come Legambiente aveva evidenziato il 14 dicembre, si trattava di beni di proprietà dello Stato per i quali la vendita non era neppure ipotizzata. E' il caso della Manifattura di Firenze, un immobile risalente agli anni "30, uno degli esempi, insieme allo stadio di Nervi, più significativi dell'architettura fascista fiorentina.
Infine, e non da ultimo, l'operazione in questione lascia intravedere le modalità di copertura dei costi del Ponte sullo Stretto di Messina. E' noto che Fintecna, Anas, FS, Calabria e Sicilia dovranno far fronte al 40% del costo di realizzazione di un'opera che, a detta del Presidente del Consiglio, sarà a costo zero per lo Stato. Non si sa se ci sarà esborso di quattrini, ma per ora è certo che gli italiani non potranno più contare su beni che prima erano di proprietà pubblica e che ora sono finiti nelle casse della Fintecna. Per i sardi il senatore Caddeo ipotizza addirittura la beffa, oltre al danno rappresentato dalla perdita del bene pubblico. Gli isolani non solo verrebbero defraudati di un bene che, secondo quanto recita lo Statuto regionale, sarebbe dovuto finire nella disponibilità della Regione Sardegna, ma non si gioveranno neppure dei benefici derivanti dalla vendita della Manifattura dal momento che nessuna delle grandi opere, previste dal Ministro Lunardi, sarà localizzata in Sardegna. E' anche per motivi del genere che la Regione Sardegna si sta muovendo in maniera compatta (maggioranza e opposizione) per impugnare il provvedimento governativo. In particolare è di questi giorni la notizia che la Giunta Regionale ha chiesto il sequestro dell'immobile e ha dato mandato ai suoi uffici per ricorrere in sede legale.
E' da notare infine che in tutta l'operazione di dismissione di una fetta così consistente di patrimonio dello Stato non compaiano le società costituite proprio dal Ministro Tremonti a questo scopo. Non c'è traccia della Patrimonio Spa e della Infrastrutture Spa, le due società cui dovevano essere conferiti i beni dello Stato e che avrebbero dovuto provvedere a rivenderli o comunque valorizzarli. Ne' vi è traccia dell'iter legislativo per l'alienazione degli stessi, del codice etico previsto dal Cipe in caso di alienazione di immobili e così via.
Di seguito l'elenco dei beni venduti dallo Stato alla Fintecna il 27 dicembre
Denominazione bene | Indirizzo | Città | Prov. |
---|---|---|---|
Agenzia Coltivazione Tabacchi | Via G. Buitoni, 3 | Sansepolcro | AR |
Agenzia Coltivazione Tabacchi | Via Cortonese, 143 | Perugia | PG |
Agenzia Coltivazione Tabacchi | Via XXIV maggio, 99/101 | Pontecorvo | FR |
Agenzia Coltivazione Tabacchi | S.S. 16 | Alessano | LE |
Magazzino Tabacchi Greggi | Via Malta, 42 | Spongano | LE |
Magazzino Tabacchi Greggi | Via Montebello, 46 | Piacenza | PC |
Magazzino Tabacchi Greggi | Via Bengasi, 5 | Tortona | AL |
Manifattura Tabacchi | S.S. Romea, 255 | Mesola | FE |
Manifattura Tabacchi | Viale Reg. Margherita, 33 | Cagliari | CA |
Manifattura Tabacchi | Piazza S. Cristoforo, 18 | Catania | CT |
Manifattura Tabacchi | Via delle Cascine, 35 | Firenze | FI |
Manifattura Tabacchi | Contrada Cammarata | Castrovillari | CS |
Manifattura Tabacchi | v.le Fulvio Testi, 121 | Milano | MI |
Manifattura Tabacchi | Via Sant'Orsola, 78 | Modena | MO |
Manifattura Tabacchi | Via Galileo Ferraris, 273 | Napoli | NA |
Manifattura Tabacchi | Via Simone Guli, 11 | Palermo | PA |
Manifattura Tabacchi | Via Malaspina, 20 | Trieste | TS |
Manifattura Tabacchi | Viale della Fiera, 1 | Verona | VR |
Deposito Generi di Monopolio | Via del Vespro, 53 | Messina | ME |
Deposito Generi di Monopolio | Via V. Veneto, 27 | Reggio Calabria | RC |
Deposito Generi di Monopolio | Via Rigopiano, 36 | Pescara | PE |
Deposito Generi di Monopolio | p.le Cremona, 3 | Brescia | BS |
Deposito Generi di Monopolio | Via Degola, 3/d | Genova | GE |
Deposito Generi di Monopolio | Via dei Sali, 5 | Venezia - Porto Marghera | VE |
Deposito Generi di Monopolio | Via Gervasutta, 20 | Udine | UD |
Deposito Generi di Monopolio | Via Barcellona, 19/21 | Catania | CT |
Deposito Generi di Monopolio | Via Gen. De Maria | Palermo | PA |
Palazzo delle Poste | Milano | MI | |
Torri dell'EUR | Roma | RM | |
Tor Pagnotta | Lotto A | Roma | RM |
Tor Pagnotta | Lotto B | Roma | RM |
Tor Pagnotta | Lotto C | Roma | RM |
La Rustica | Lotto A e Lotto B | Roma | RM |
La Rustica | Lotto D/C | Roma | RM |
Sotto centrale telefonica | Porta Romana | Milano | MI |
Sotto centrale telefonica | Via Magolfa | Milano | MI |
Sotto centrale telefonica | Porta Venezia | Milano | MI |
Sotto centrale telefonica | Via Belfiore | Milano | MI |
Centrale telefonica Amedeo | Via Crispi | Napoli | NA |
Centrale telefonica | p.zza Nolana | Napoli | NA |
Note su alcuni immobili di particolare pregio
PALERMO
- Manifattura Tabacchi - Via Simone Guli, 11
- Si tratta di un edificio costruito nel 1628 per consentire la quarantena di merci e persone provenienti da luoghi a rischio d'infezioni. L'edificio fu completato nel 1652 e ampliato poi nel '700. Raggiunse l'assetto definitivo (attuale) nel 1833. Alla fine dell'ottocento la costruzione fu inglobata nella manifattura tabacchi.
MODENA
- Manifattura Tabacchi - Via Sant'Orsola, 78
- L'edificio ubicato nel centro della città, è sempre stato un punto di riferimento per tutta la cittadinanza. Recentemente erano stati presentati una serie di progetti di riutilizzo per farne un centro servizi per gli studenti universitari. L'amministrazione comunale è stata colta di sorpresa dalla notizia dell'alienazione dello stabile.
CAGLIARI
- Manifattura Tabacchi - Viale Regina Margherita, 33
- L'edificio è situato nel cuore della città e, nell'arco della sua esistenza, è stato utilizzato in vari modi. Si tratta di una struttura enorme che ospita, da circa vent'anni, un cinema tutt'ora in funzione e tra i più grandi della città. Spesso è stata utilizzata anche come spazio espositivo per mostre d'arte.
TORTONA (AL)
- Magazzino Tabacchi Greggi - Via Bengasi, 5
- La struttura, particolarmente importante sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista della collocazione, è stata oggetto nell'ultimo periodo di dibattito sulla stampa locale. Attorno al futuro dello stabile sono state fatte ipotesi di abbattimento per andare ad ospitare un complesso edilizio per uso abitativo.
VERONA
- Manifattura Tabacchi - Viale della Fiera, 1
- La struttura di Verona, non particolarmente importante dal punto di vista storico, è strategica dal punto di vista del futuro piano urbanistico della città. Nelle intenzioni dell'amministrazione comunale tutta l'area, liberata dalla struttura della manifattura, dovrebbe andare ad ospitare una serie di complessi residenziali. Gli ambientalisti non sono d'accordo.
CATANIA
- Manifattura Tabacchi - P.za San Cristoforo, 18
- Si tratta di una struttura molto famosa in città. Pochi mesi fa la stampa locale aveva lanciato la notizia che su quella struttura era previsto un progetto per la realizzazione di un museo.
FIRENZE
- Manifattura Tabacchi - Via delle Cascine, 35
- Stile magniloquente fascista con tanto di rilievi marmorei in facciata, progettato dall'arch. Bartoli e dall'ing. P.L.Nervi. Un po' pesante la facciata d'intonaco bianca dell'ingresso principale, più ardita e moderna la corte dell'orologio, appena dietro l'edificio curvilineo di testata e gli spazi del dopolavoro (poi trasformati nel cinema teatro Puccini) con la torre vetrata che ricorda la Torre di Maratona dello Stadio dello stesso Nervi.
1 commento:
LA VENDITA RISALE AL 2002...
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