mercoledì 11 luglio 2007

DA PUBBLICO A PRIVATO

Per tradizione gli Enti Locali italiani si sono impegnati in prima linea nella gestione delle attività imprenditoriali, di tipo economico e non, di preminente interesse pubblico (trasporto, erogazione dell’energia, gestione di acquedotti, servizi sanitari, servizi assistenziali, casa, ecc.)

Negli anni ’80, seguendo la scia dei maggiori Paesi dell’occidente, anche il Governo italiano intraprende una politica di dismissione delle imprese pubbliche con l’intento di ridurre progressivamente il suo intervento diretto nell’economia, avviando così il processo delle privatizzazioni.

Dal 1997 con le varie Leggi Bassanini si è avviata una profonda trasformazione del diritto amministrativo introducendo tra i suoi principi fondamentali: il federalismo, la devoluzione e la privatizzazione.

Il D.Lgs. 267/2000 introduce, poi, alle già note forme di gestione dei servizi pubblici, anche quella a mezzo S.p.A. Ancora, l’Art. 35 della Finanziaria 2002 rende obbligatoria la trasformazione in S.p.A. dei servizi pubblici a rilevanza industriale.

Di fatto la Pubblica Amministrazione, da struttura dello Stato al servizio del cittadino, si è trasformata in uno strumento al servizio del profitto trascurando la sua vera originaria funzione di risposta ai bisogni sociali.

La progressiva diminuzione dei trasferimenti Statali verso gli Enti Locali, un costante aumento dei tributi locali e il progressivo smantellamento dell’apparato pubblico sono una conseguenza di queste scelte politiche. Gli Enti locali e alcuni Comuni hanno sposato a pieno la logica capitalistica e del mercato scegliendo di creare holding di servizi, trasformando i Consorzi e le Aziende Speciali in S.p.A., togliendo di fatto alla pubblica amministrazione:

  1. il controllo del settore dei servizi ;
  2. il ruolo di ammortizzatore sociale;
  3. il ruolo di programmazione sul territorio e sulla qualità dell’ambiente;

e offrendo in cambio:

  1. costi dei servizi più alti per i cittadini;
  2. scadimento della qualità dei servizi;
  3. peggioramento delle condizioni di lavoro degli addetti interessati e precarizzazione dello stesso.

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