lunedì 11 giugno 2007

Sprechi 1

L’impianto di aria condizionata della Casa della cultura dell’Avana non funziona e Fidel Castro non ha i soldi per ripararlo? Nessun problema: ecco 60 mila euro cash, inviati con generosità dalla Provincia di Roma e dal suo presidente, Enrico Gasbarra (Margherita), lo stesso che sul palco di piazza del Popolo era a fianco di Romano Prodi a protestare per i tagli della Legge finanziaria agli enti locali.
Il movimento no global Officina 99 di Napoli, assai caro a Rifondazione comunista, occupa abusivamente da anni un immobile di proprietà privata e rischia, prima o poi, lo sfratto? Il sindaco di centrosinistra Rosa Russo Iervolino interviene: ecco la delibera comunale numero 2472, in data 11 luglio 2005, che risolve il problema acquistando l’immobile per 1,543 milioni di euro.

Tutto sommato quasi un affare, se paragonato all’affitto della sede di rappresentanza a New York della Regione Campania, 500 mila euro l’anno per sei anni a partire dal 2003, versati dal governatore ds Antonio Bassolino allo stilista Ciro Paone, proprietario dei locali e suo amico. Una vicenda a dir poco singolare: per la stessa cifra (3 milioni di euro), la Regione avrebbe potuto acquistare la sede.

E magari renderla un po’ più efficiente. Di recente, durante una visita a New York in occasione del Columbus day, Sandra Lonardo Mastella, moglie del leader dell’Udeur Clemente nonché presidente del Consiglio regionale campano, è rimasta senza parole: il coordinatore della sede era a Napoli, mentre le uniche due impiegate presenti non sapevano che pesci pigliare. «Alla conferenza stampa» si è lamentata lady Mastella «eravamo noi e le sedie: niente giornalisti, niente buyer».

Di casi come questi è pieno il sito sprechirossi.it, organizzato a tempo di record dai vertici di Forza Italia, con l’intento di spiegare «perché il taglio del 6,7 per cento (3 miliardi di euro) dei finanziamenti statali a regioni, province e comuni, contenuto nella Legge finanziaria 2006, non penalizzerà i servizi sociali, ma cercherà soltanto di ridurre gli sprechi».

Nel sito campeggia un grande titolo («Spegnere i lampioni o fermare gli spreconi?»), che ironizza sulle parole con cui il sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha criticato la Finanziaria. Un link consente a tutti i navigatori di internet di segnalare gli sprechi ravvisati nel loro comune, ma senza inviare «attacchi personali»: e le segnalazioni fioccano.

Tra i promotori del sito, il più carico è Renato Brunetta, consigliere economico di Palazzo Chigi, che promette un monitoraggio periodico sulle spese degli enti locali: «Ogni settimana pubblicheremo un rapporto dove saranno evidenziati i dati macro e micro, per dimostrare che negli ultimi anni per gli enti locali il grasso è aumentato e non diminuito». Un esempio: nel triennio 2002-04 le spese delle regioni sono aumentate da 121 a 136 miliardi di euro, con un incremento del 7,9 per cento nel 2003 e del 4,8 nel 2004.

Per fare fronte a queste spese, le giunte regionali si sono avvalse di due fonti: i finanziamenti statali, che sono passati da 60,1 miliardi nel 2002 a 73,7 nel 2004, con un aumento del 22,6 per cento, e le risorse proprie (proventi tributari), salite da 52,2 a 55,8 miliardi, con una crescita del 6,9 per cento. «Ergo, i tributi regionali sono aumentati assai meno dei finanziamenti statali» osserva polemico Brunetta.

Ora i sindaci, soprattutto quelli di centrosinistra, protestano e minacciano di tagliare non solo i lampioni, ma anche le mense scolastiche, i trasporti degli handicappati e le riparazioni stradali. Per tutta risposta il sito di Forza Italia spiega che i servizi sociali (in media 10 per cento delle spese comunali) resteranno «intangibili», mentre la scure si abbatterà sulle «spese generali per il funzionamento delle strutture» (stipendi, consulenze, acquisto di beni e servizi) e su quelle per gli spettacoli (in media, il 7 per cento). Il motivo? «In una struttura efficiente le spese generali non dovrebbero mai superare il 20-25 per cento del totale» dice Brunetta. «In molti comuni italiani sono intorno al 33 per cento, un terzo di tutte le spese». Il taglio di 6,7 punti, dunque, ci starebbe tutto.

Fra i critici della manovra finanziaria del governo, il più duro è stato il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, ds, che è anche presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani. Brunetta respinge però le critiche al mittente con una tabellina che rivela l’ammontare delle spese generali del Comune di Firenze, dove gli stipendi per il personale coprono il 16,5 per cento e l’acquisto di beni e servizi il 19 per cento della spesa annua. In totale: 35,5 per cento. Ovvero 10 punti sopra la media dei comuni virtuosi.

Bollare come «sprechi rossi» le spese allegre degli enti locali, che in maggioranza sono amministrati dal centrosinistra (è così in 5 mila comuni su 8 mila, in 74 province su 117, mentre alle ultime regionali l’Ulivo ha vinto 12 a 2) ha anche il sapore di un’offensiva da vigilia elettorale. Ma è fuori dubbio che i dirigenti azzurri stanno trovando terreno fertile nei bilanci pubblici e in molte segnalazioni internet da tutta Italia.

Nel mirino ci sono soprattutto le consulenze, che gli enti locali mostrano di elargire a piene mani. Solo nel 2003 sono state 350 mila, come spiega una relazione inviata al Parlamento dal ministro della Funzione pubblica, Mario Baccini, con una spesa totale adi oltre 950 milioni di euro. Una palude dove nessuno si salva e che ha fatto gridare allo scandalo anche alcuni dirigenti ds di primo piano, da Cesare Salvi a Piero Fassino.

Il segretario ds, davanti al consiglio nazionale del partito di metà luglio, ha esortato i propri amministratori «alla sobrietà e al rigore morale» e stigmatizzato «le manifestazioni di ministerialismo e di ostentazione del potere». Frecciata indirizzata soprattutto a quattro presidenti di regione di centrosinistra: Bassolino, Piero Marrazzo (Lazio), Nichi Vendola (Puglia) e Agazio Loiero (Calabria).

Il primo aveva creato ben 12 commissioni speciali, comprese una sul mare e una sul Mediterraneo, ciascuna con una pioggia di incarichi e di gettoni, che fruttano 1.800 euro al mese ai presidenti, oltre al normale stipendio di consigliere. Marrazzo ha aumentato gli assessori da 12 a 16, le commissioni da 14 a 24, il personale della sua segreteria da 137 a 177 persone (40 più del predecessore), i collaboratori da 253 a 292.

Senza contare un robusto pacchetto di 13 superconsulenze, con compensi da 80 mila a 200 mila euro l’anno, promesse a esperti vicini al centrosinistra. In Calabria Loiero non è stato da meno: ufficio stampa pletorico, le commissioni consiliari portate da sei a nove, più la moltiplicazione degli incarichi, alcuni nuovissimi, come la figura del sottosegretario regionale, così che ora i 30 consiglieri di maggioranza ne hanno tutti più d’uno. Con l’immancabile pioggia di gettoni.

Quanto a Vendola (Rifondazione), il sito sprechirossi.it segnala che si è autoassegnato lo stipendio più alto tra tutti i presidenti di regione (24.619 euro al mese), il doppio di quello della Lombardia (12.434), e ha stanziato 2,7 milioni di euro per gli spettacoli, compreso un finanziamento di 55 mila euro al film Il cardo rosso. Il che ha suscitato commenti ironici sul sito azzurro: botanica o cinematografia?

Anche in altri enti locali la tentazione della consulenza ha lasciato il segno. C’è il consulente per le sardine (Emilia-Romagna). Quello che studia «le sinergie intellettuali per la botanica del Monte Baldo» (provincia di Trento).

Quello deputato a dare consigli sulle creme solari (Comune di Roma). E quello che per la somma di 100 mila euro sviscera «la spiritualità femminile in Toscana». Regione quest’ultima governata dal ds Claudio Martini (sette addetti stampa) e finita sotto la lente d’ingrandimento del pm della Corte dei conti Acheropita Mondera Oranges, con risultati eloquenti: 1.700 provvedimenti esaminati, 178 consulenze esterne definite «sospette», 63 funzionari segnalati alla procura contabile e 4 milioni di euro di danni accertati all’erario.

fonte: http://www.sprechirossi.it/

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