martedì 19 giugno 2007

Protezione


Un'anno fà 20/06/2006....

Raffaele Fitto, ex governatore della Regione Puglia, Forza Italia, è nel mirino degli inquirenti. Il provvedimento che autorizza gli arresti domiciliari non è però esecutivo, in quanto Fitto è stato eletto lo scorso aprile alla Camera dei deputati. Il giudice per le indagini preliminari Giuseppe De Benedictis ha comunque disposto il sequestro dei beni per un valore di circa 55 milioni di euro.

Il provvedimento restrittivo è stato però eseguito nei confronti degli altri indagati eccellenti, Giampaolo Angelucci, amministratore del Consorzio San Raffaele di Roma e della Tosinvest, e Paolo Pagliaro, proprietario dell'emittente salentina Telerama.

Il Procuratore aggiunto Marco Di Napoli ha parlato di "utilizzazone privata di pubbliche funzioni". L'ipotesi di reato è di falso, corruzione e finanziamento illecito. Le indagini si articolano in due filoni d'inchiesta.

Secondo l'accusa, Fitto avrebbe intascato una tangente da 500 mila euro. La "mazzetta" sarebbe transitata attraverso la segreteria nazionale e la segreteria regionale dell'Udc in forma di bonifici fittizi per approdare nelle casse di "La Puglia prima di tutto", la creatura partitica del governatore forzista, pupillo di Silvio Berlusconi.

Fitto si sarebbe attivato per pilotare al consorzio San Raffaele di Roma l'appalto da 198 milioni di euro per la gestione di undici Residenze sanitarie assistite (Rsa). Il sodale del Governatore si chiama Mario Morlacco, direttore dell’Ares (Agenzia regionale sanitaria), che risulta indagato a piede libero per concorso in falso.

L'altro ramo dell'inchiesta fa luce sull'assegnazione della pubblicità per l'aeroporto di Bari a una emittente tv leccese, in assenza di una regolare gara pubblica. L'emittente è TeleRama, che avrebbe spalleggiato la campagna elettorale dell'ex Presidente, sconfitto al fotofinish dallo sfidante Niki Vendola per appena 14 mila voti.

Nel registro degli indagati risulta inscritto anche monsignor Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo di Lecce e presidente della Conferenza espiscopale pugliese. Il reato contestato è di corruzione.

Ma chi sono i protagonisti di questo ennesimo tsunami giudiziario?

Raffaele Fitto è nato a Maglie, in provincia di Lecce, il 28 agosto 1969. Il politico salentino ha bruciato le tappe del cursus honorum. Nel 1990, poco più che ventenne, già frequenta il consiglio regionale. Vicepresidente dal 1995 al 1997, si è insediato al vertice delle istituzioni pugliesi nel 2000, stabilendo il record di più giovane governatore italiano, forte del 53,9% dei consensi. Dopo essere stato sconfitto dal comunista Niki Vendola nel 2005, oggi Fitto riveste il duplice ruolo di capo dell'opposizione nella giunta regionale e di deputato azzurro a Montecitorio.

Sul sito di Forza Italia Puglia, il golden boy salentino definisce il piano sanitario da lui adottato un "modello italiano". Per il neo-onorevole il federalismo solidale vuol dire "in primo luogo amministrare con rigore e responsabilità". Del resto di che meravigliarsi? Sul suo sito personale Fitto dichiara amore eterno al calcio che, a suo avviso, "è la cosa più simile alla politica che possa esistere". E coi tempi che corrono, come dargli torto?

Giampaolo Angelucci, 35 anni, appartiene alla dinastia romana dei magnati della sanità privata. Presidente delle Fondazioni Paoline, oltre che della Fondazione San Raffaele, è salito agli onori della cronaca per l'intercettazione telefonica in cui Anna La Rosa, direttrice delle tribune parlamentari della Rai, rassicurava il rampollo che Telecamere - Salute, tv-magazine da lei condotto, avrebbe incensato l'istituto San Raffaele. Tutto questo in cambio di un frugale, quanto sobrio, omaggio: un orologio d'oro, rosa, tempestato di brillanti.

Il San Raffaele guarda caso gestisce strutture sanitarie soprattutto in Puglia, oltre che a Roma.
Il gruppo di Angelucci viene considerato molto vicino al ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, il che non gli impedisce di flirtare ecumenicamente con l'ex Governatore del Lazio e ministro della Sanità Francesco Storace, e con Gianfranco Fini, il cui fratello Massimo è primario del dipartimento medicina al San Raffaele della Pisana, della Tosinvest.

Ma gli Angelucci non limitano il proprio raggio d'azione al business della salute. Giampaolo è infatti consigliere di Capitalia, l'istituto di credito di Cesare Geronzi, oltre a gestire un consistente patrimonio immobiliare, tra cui Botteghe Oscure, la storica sede del Pci. Gli Angelucci rilevarono infatti nel 2003 i debiti dei Ds, insieme alle garanzie ipotecarie sui 261 immobili di proprietà della Quercia.

Last but not least gli Angelucci investono nella carta stampata. Editori di Libero, azionisti di riferimento del Riformista, fino al 2000 erano azionisti anche del quotidiano l'Unità (anche se si vocifera di un imminente re-entry della famiglia nel giornale fondato da Antonio Gramsci). Il Cdr dell'Unità si è già allertato, manifestando l'assoluta contrarietà all'ingresso degli Angelucci nel pacchetto azionario della testata.

Paolo Pagliaro è invece l'editore di TeleRama. Leccese, come il co-inquisito Raffaele Fitto, è presidente di Mix Media Management, un network che accorpa le emittenti da lui controllate: oltre alla stessa TeleRama, al centro delle indagini anche per il suo interessato ruolo di agit-prop durante la campagna elettorale delle scorse regionali, figurano anche Radio Manbassa (nomen omen...), Radio Rama, Radio Salento, Jet Radio e Radio Caribe.

Il network di Pagliaro si occupa anche di comunicazione, moda e spettacoli, oltre a essere concessionario di pubblicità. Il ritratto di un piccolo cesare salentino in salsa berlusconiana.

Sua Eccellenza monsignor Cosmo Francesco Ruppi, nato ad Alberobello il 6 giugno 1932, guida la sede arcivescovile di Lecce dal 7 dicembre 1988. Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese, risulta devotamente allineato sulle posizioni del diretto superiore, mons. Camillo Ruini.

Tribolato il rapporto con la giunta regionale insediatasi nel 2005. La legge regionale sulla famiglia, con particolare enfasi per l'articolo 22, che prevede sostegno economico alle coppie di fatto (gay incluse), si è meritata l'aspra reprimenda di Ruini e dello stesso mons. Ruppi.

Il Presidente della Conferenza episcopale pugliese ha liquidato il credente Vendola con una sentenza inappellabile: "Non è possibile essere cattolici e disattendere il magistero".
L'alto prelato dovrà ora chiarire la sua posizione nell'affaire Fitto, che renderà insolitamente torrida l'imminente estate del Tavoliere.
fonte: http://www.diario.it/home_diario.php?page=wl06062000

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