mercoledì 20 giugno 2007

I redditi francescani del Professore

banconote_grandeL’analisi dei redditi dichiarati dai parlamentari italiani è sempre fonte di riflessione sulle alterne vicende della fortuna e sui voleri del fato ed è indicativo, pur con la lente delle statistiche, del rapporto fra ceto politico e popolo elettore. A scorrere l’elenco di nomi e cifre si va incontro, ogni anno, a conferme e sorprese. Si conferma, ad esempio, che Silvio Berlusconi è il primo contribuente in virtù del suo reddito elevato, ci si sorprende che Romano Prodi, premier pro tempore, abbia goduto, nel 2005, di un reddito pari a 89.514 euro, lo stipendio di un buon "quadro" dell’industria (i dirigenti prendono molto di più).

Questa dichiarazione colpisce per la sua eccentricità rispetto alla serie delle entrate elevate registrate, da molti anni, dal professor Romano Prodi: è stato boiardo di Stato, presidente dell’Iri, presidente della Commissione europea, apprezzato consulente con prestigiosi incarichi adeguatamente retribuiti.

In quei difficili dodici mesi, va detto, il Professore non era ancora deputato e non era più presidente della Commissione Ue, ma incuriosisce che il ruscello dei redditi si sia quasi seccato di colpo. I politici italiani, a giudicare dalle dichiarazioni, guadagnano mediamente dai 120 mila ai 200 mila euro l’anno. Il Professore con quel 2005 magro, è sceso sotto la media, il suo reddito è precipitato a meno della metà di quello del suo portavoce Silvio Sircana, che ha denunciato 254.575 euro.

L’elenco dei contribuenti rivela che non mancano nell’Unione gli esponenti che denunciano redditi vicini o superiori al milione di euro, ma che la palma della povertà va a Francesco Caruso, di Rifondazione comunista. Il ribelle per definizione si è dichiarato "nullatenente". Ma di che viveva? Come faceva a seguire raduni e convegni "no global", a spostarsi per raggiungere tutte le città nelle quali i disordini chiamavano? Misteri.

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